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Lavello - 31 min. d'auto 29 Km

"tra il fiume Ofanto e le Colline"



Antichità

L'abitato di Lavello ha origini molto antiche come è testimoniato dal ritrovamento di alcuni resti di un villaggio dell'età del ferro. Si origina dall'agglomerato dauno-romano di Forentum.

Il toponimo deriva con molta probabilità dal termine latino labellum, usato per indicare l'abbeveratoio per il bestiame. Il paese sorge, difatti, a metà tra i piani pugliesi e i verdi pascoli del Vulture, lungo i tratturi della transumanza che collegano le zone interne al Tavoliere. La collocazione svolge un ruolo chiave nello sviluppo del paese.

È già centro abitato importante all'epoca dei Longobardi e qui fu ucciso, nell'839, Riccardo, duca di Benevento.

Epoca normanna

Nel territorio del Vulture compare, al seguito della casata Altavilla, il cavaliere normanno Attolino. Egli partecipa a Melfi al Parlamento generale nel 1043, indetto da Guaimario V di Salerno, da Rainulfo Drengot di Aversa, e da Guglielmo I d'Altavilla. Nasce, così, la Contea di Puglia e Lavello è una delle dodici baronie in cui si articola il nuovo Stato normanno.

Secondo la cronaca di Amato di Montecassino, Attolino diventa Signore di Lavello. I Normanni tendono a far coincidere la riorganizzazione religiosa con la giurisdizione amministrativa: Lavello, infatti, è già (dal 1025) sede Vescovile ed appartiene alla metropolia dell'arcivescovo di Bari e Canosa. Lo studioso Marcello Romano riferisce che "Lavello è un importante centro bizantino alla fine del X secolo".

I Normanni ridefiniscono la struttura urbana di Lavello: Corrado Beguinot, ne “Il Vulture - Ritratto di un ambiente" (vol. III, p. 218) riferisce che: "Sotto il conte Attolino, ampliarono e ripararono la cattedrale e la dotarono di una cinta muraria, perché da quel periodo in poi viene indicata con il termine di castrum Labelli."

Nel 1059 al Concilio di Melfi I, papa Niccolò II, eleva la Contea di Puglia a Ducato di Puglia e l'affida alla Casata degli Altavilla. Lavello ne segue le sorti.

Epoca Sveva e eventi successivi

Ai Normanni seguì il dominio degli Svevi, che vi edificarono la loro fortezza. Sede vescovile dal secolo X o XI, assunse notevole importanza quando Federico II restaurò ed ampliò la rocca longobarda. Nel 1254, a Lavello morì l'imperatore Corrado IV, figlio di Federico II.

Fedele a Manfredi, Lavello partecipò attivamente alla rivolta ghibellina del 1268. Il paese, nel 1298, come ritorsione subì un grave incendio provocato da Carlo I d'Angiò che distrusse gran parte dell'abitato. Questo evento è ricordato anche dallo stemma comunale, in cui è raffigurata una torre a due piani invasa dalle fiamme.

Dopo la rivolta ghibellina, nel 1268, Lavello fu assegnata da Carlo I d'Angiò a Galard d'Ivry e poi a Riccardo di Bisaccia e a Simone di Belvedere; fu feudo di Roberto di Suriaco, di Nicola Montorio e di Angelo Tartaglia. Ritornata agli Orsini del Balzo la Contea di Lavello fu incamerata da Ferdinando il Cattolico e venduto nel 1507 ai Del Tufo, che ne ottennero il titolo di marchese. Passò poi ai Pignatelli e infine ai Caracciolo di Torella, che la governarono sino all'eversione feudale.

da "Wikipedia, l'enciclopedia libera."


Feste, Sagre e Eventi

17 gennaio sino a inizio quaresima - "Carnevale Lavellese" (festa religiosa e civile)

8 settembre - "Santa Maria del Principio" (festa religiosa e civile)

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